La battaglia della Neretva è stata una delle più importanti battaglie della seconda guerra mondiale che si è svolta tra il 20 gennaio e il 25 marzo 1943 nella regione della Neretva, in Jugoslavia (ora Bosnia ed Erzegovina).
Durante la battaglia, le forze partigiane jugoslave, guidate da Josip Broz Tito, si scontrarono contro le forze dell'Asse, costituite da tedeschi, italiani, croati e collaborazionisti locali. L'obiettivo delle forze tedesche era quello di eliminare la resistenza partigiana jugoslava e stabilire un controllo totale sulla regione.
Le forze partigiane jugoslave erano numericamente inferiori e meno equipaggiate rispetto alle forze dell'Asse, ma hanno dimostrato una notevole abilità tattica e hanno sfruttato a loro vantaggio il terreno impervio e le difficili condizioni climatiche dell'area montuosa.
Durante la battaglia, le forze partigiane erano divise in diverse brigate che hanno lanciato attacchi diversivi e operazioni di guerriglia per confondere l'avversario. Inoltre, hanno ricevuto il supporto di aerei alleati britannici e americani, che hanno fornito rifornimenti e appoggio aereo.
La battaglia ha raggiunto il suo punto culminante nella cosiddetta "Cavalcata della morte", quando le forze partigiane sono state circondate e costrette a ritirarsi attraverso le montagne innevate della Neretva per sfuggire all'accerchiamento nemico. Durante questa ritirata, molte persone hanno perso la vita a causa del freddo, della fame e degli attacchi nemici.
Nonostante le perdite subite, le forze partigiane jugoslave sono riuscite a evitare la sconfitta totale e a riprendere la lotta contro gli occupanti dell'Asse. La battaglia della Neretva è stata considerata una vittoria tattica per le forze partigiane, in quanto hanno subito perdite minori rispetto all'avversario e sono state in grado di rimanere operative.
La battaglia della Neretva ha avuto un impatto significativo sulla resistenza jugoslava durante la seconda guerra mondiale, rafforzando la reputazione delle forze partigiane e aumentando il sostegno popolare alla lotta contro gli occupanti. È diventata anche un simbolo della determinazione e della resilienza del popolo jugoslavo nella lotta per la libertà e l'indipendenza.
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